SUMMARY
The time variation of the state of stress induced by prestressing, by static actions,
such as permanent and variable loads, and by geometric actions, in particular concrete
shrinkage, is studied, referring to precast frame structures connected by means of
prestressing cables. The theoretical approach is developed according to the Code
prescriptions and it shows that prestressing loads vary in time in non-affine way due to
the variation of the cable eccentricity along the longitudinal beam axis. The results
which can be obtained by means of numerical formulations show the great accuracy of the
proposed method. Finally, a case study allows to discuss in detail the prerequisites of
the proposed solutions and to illustrate the better performances in terms of load carrying
capacity and of state of deformation which can be achieved by introducing prestressing
cables which modify the pinned frame structure in a rigid frame one.
1. INTRODUZIONE
Gli schemi statici usualmente adottati per la costruzione di ossature portanti formate da
colonne, travi e solai prefabbricati prevedono la realizzazione di vincoli di semplice
appoggio o di cerniera a rotazione libera fra travi e colonne. Questo schema, seppur
vantaggioso per la sua semplicità e rapidità esecutiva, comporta svariati inconvenienti
fra i quali quelli di maggior rilievo riguardano la più elevata deformabilità delle
travi, il loro più gravoso impegno statico, la minore capacità dellinsieme a
sopportare azioni orizzontali, laccresciuta importanza degli effetti di secondo
ordine nelle colonne a causa dei maggiori spostamenti laterali dei piani. Schemi statici
capaci di assicurare la rigidità dei nodi travicolonne, permettendo la trasmissione di
sollecitazioni flessionali, sono peraltro di difficile realizzazione allorché si adottino
armature di continuità di tipo ordinario e getti integrativi di calcestruzzo. Infatti
tali schemi richiedono operazioni laboriose e delicate per procedere alla posa in opera
delle armature aggiuntive e al getto di opportuni quantitativi di calcestruzzo ed esse
riducono fortemente le prerogative tipiche delle strutture prefabbricate, dando luogo a
costruzioni ibride i cui vantaggi risultano alquanto limitati se non addirittura
inesistenti rispetto a strutture gettate in opera aventi caratteristiche simili. Una
tecnica che si rivela invece assai efficace per assicurare la continuità strutturale fra
travi e colonne consiste nellutilizzo della presollecitazione, introdotta mediante
cavi scorrevoli allinterno delle travi e passanti attraverso le colonne. In questo
modo risulta possibile realizzare la continuità flessionale mediante il contatto diretto
delle sezioni di interfaccia fra travi e colonne, demandando la trasmissione delle
reazioni verticali a mensole di collegamento in calcestruzzo, come avviene per le usuali
strutture a telaio prefabbricate, o anche operando attraverso lattrito conseguente
alla pressione esercitata dalla presollecitazione. La continuità dei cavi lungo
lintera travata suggerisce la forma del tracciato che, per meglio sfruttare gli
effetti della eccentricità della forza di presollecitazione, assume andamento
serpeggiante [01]. Lutilizzo della tecnica di presollecitazione per assicurare la
rigidità dei nodi richiede una attenta analisi del comportamento differito della
struttura sia per quanto riguarda gli effetti connessi alle azioni applicate, sia
soprattutto per gli effetti iperstatici indotti dalla presollecitazione, la cui variazione
temporale dipende e dal quantitativo di armatura metallica presente nelle sezioni e dalla
sua dislocazione.
Nello stato di esercizio costituisce verifica essenziale il controllo della assenza di
stati di trazione nelle sezioni di interfaccia fra trave e pilastro. Tale controllo è
positivo allorché, per tutte le situazioni di carico e ad ogni tempo della vita di
servizio della struttura, nelle sezioni di interfaccia non venga raggiunto il limite di
decompressione, ovvero la eccentricità della forza normale agente in tali sezioni rimanga
allinterno dellintervallo delimitato dai noccioli di inerzia della sezione
stessa. Questo tipo di controllo richiede una corretta valutazione della intensità della
forza normale e del momento flettente che la accompagna: da qui la necessità di una
analisi sufficientemente raffinata che permetta di prevedere la evoluzione dello stato
tensionale e deformativo in una struttura in calcestruzzo fortemente ridondante e
sottoposta a presollecitazione mediante tracciati di cavi in genere non concordanti che
danno luogo a reazioni iperstatiche variabili nel tempo conseguenti alla variabilità
temporale che caratterizza la forza di presollecitazione causata dal rilassamento del
calcestruzzo. Un approccio generale al problema, seppure possibile, dovrebbe prendere in
considerazione un elevato numero di fattori, la cui influenza risulta di importanza assai
differente, cosicché, per potere rendere più agevole la trattazione, ottenendo peraltro
risultati a favore di sicurezza, è senza dubbio conveniente effettuare una preventiva
disamina della importanza che tali fattori hanno sul comportamento strutturale,
trascurando quelli fra essi che risultano marginali e privi di significativa influenza
sulle verifiche e i controlli che sono da effettuarsi nelle sezioni critiche.
A tale riguardo si considerino dapprima le azioni applicate di tipo esterno, quali i
carichi statici e le deformazioni impresse. La determinazione delle sollecitazioni indotte
da queste azioni può convenientemente effettuarsi, peraltro in accordo a quanto indicato
dai documenti normativi, considerando la struttura come reologicamente omogenea poiché
gli stati di coazione indotti nelle sezioni trasversali dalla presenza della armatura di
presollecitazione, la cui percentuale geometrica è moderata, non producono modifiche
sensibili dei valori delle iperstatiche. Lo stesso modo di operare non è invece
applicabile per la valutazione dello stato tensionale nelle sezioni trasversali ove
lipotesi di omogeneità reologica impedirebbe la determinazione delle tensioni nelle
armature metalliche. Vi è peraltro da osservare che i carichi applicati producono
incrementi di tensione nelle armature di presollecitazione, esaltandone lefficacia
nel limitare o più strettamente nellimpedire linsorgenza di trazioni nel
calcestruzzo. Al contrario, il ritiro del calcestruzzo riduce la tensione nella armatura
di presollecitazione, diminuendone lefficacia. Si deve comunque osservare che, a
causa del modesto quantitativo di armatura presente nelle sezioni, le variazioni
tensionali nelle armature di presollecitazione prodotte dalle azioni permanenti e dal
ritiro sono dellordine di qualche unità percentuale rispetto alle tensioni in esse
introdotte dalla presollecitazione, cosicché esse possono essere, in linea di principio,
trascurate. Tuttavia, considerando che leffetto dei carichi esterni è favorevole e
quello del ritiro è sfavorevole, è conveniente, operando a favore di sicurezza,
trascurare il primo dei due effetti, tenendo invece conto dellinfluenza esercitata
dal ritiro. Considerazioni specifiche merita la presollecitazione. Infatti, a causa del
rilassamento del calcestruzzo, lo stato di presollecitazione diminuisce nel tempo e tale
diminuzione dipende, oltre che dallentità delle deformazioni viscose, dal
quantitativo di armatura presente nelle sezioni trasversali e dalla sua dislocazione. A
causa della iperstaticità strutturale, lo stato tensionale nelle armature viene, in linea
di principio, a dipendere dai valori assunti dalle reazioni iperstatiche. Tuttavia,
poiché gli effetti di queste, a livello sezionale, possono assumersi della stessa natura
di quelli prodotti dai carichi esterni, risulta possibile, come fatto per questi,
trascurarne leffetto sulla tensione nelle armature. Ciò comporta lipotesi di
assenza di interazione fra i valori di presollecitazione esistente nelle sezioni
trasversali e quelli delle azioni iperstatiche da essa indotte. Ne deriva che, accettando
questa ipotesi, risulta possibile la determinazione della forza agente nei cavi di
presollecitazione operando solamente analisi sezionali, valutando successivamente le
reazioni iperstatiche indotte dalla presollecitazione, assumendo la struttura
reologicamente omogenea. Vi è infine da osservare che, a causa del tracciato curvo dei
cavi, la loro eccentricità risulta variabile con lascissa longitudinale e pertanto
la variazione temporale del loro stato di tensione è variabile lungo lasse della
trave. Ne consegue che il carico esterno equivalente alla presollecitazione, definito in
assenza di attrito dalla seconda derivata lungo lascissa del prodotto della forza
normale per leccentricità del cavo, risulta variabile nel tempo e lungo
lascissa e non mantiene distribuzione longitudinale affine a quella iniziale. Questa
variabilità si riflette sul valore assunto dalle azioni iperstatiche poiché tale valore,
da calcolarsi considerando la struttura come omogenea, dipende dalla distribuzione del
carico equivalente alla presollecitazione che risulta variabile lungo lascissa in
maniera differente di quanto non accada allistante iniziale. Ne risulta che lo stato
di sollecitazione nella trave varia nel tempo in intensità e distribuzione, cosicché il
suo studio deve essere accurato, dipendendo lo stato limite di decompressione nelle
sezioni critiche da tale variazione.
Stabilite così le ipotesi di base sulle quali risulta possibile una valutazione
sufficientemente accurata della sicurezza delle sezioni di interfaccia fra due elementi
assemblati nei riguardi dello stato limite di decompressione, qualche precisazione deve
effettuarsi circa gli algoritmi risolutivi delle equazioni risolventi e le caratteristiche
dei modelli reologici assunti. Per quanto riguarda questi ultimi, appare conveniente
rifarsi a formulazioni di tipo generale quale quella indicata nel Codice Modello CEB MC90
[02], mentre la variazione generalmente contenuta dello stato tensionale nelle armature
indotto dalla presollecitazione ne permette la valutazione sulla base di algoritmi
semplificati, senza ricorrere al laborioso armamentario numerico che deve in linea di
principio adottarsi per la risoluzione delle equazioni o dei sistemi di equazioni
integrali che governano la risposta di strutture formate da materiale viscoelastico
lineare. In particolare la formulazione esplicita, espressa in forma pseudolineare, che
definisce la legge sforzi-deformazioni raccomandata dallEurocodice 2 [03], appare
affidabile.
2. LANALISI A LUNGO TERMINE DI TELAI PREFABBRICATI ASSEMBLATI MEDIANTE
PRESOLLECITAZIONE
Il problema, oggetto delle analisi svolte, è schematicamente rappresentato in Figura 1.
Si tratta di un telaio prefabbricato costituito da colonne passanti (1) aventi mensole di
calcestruzzo (4) per lappoggio delle travi (2). Tali telai, come mostrato in Figura
2, sostengono i solai (5) resi continui mediante un getto collaborante (6).

Figura 1. Schema strutturale

Figura 2. Dettaglio
dei solai
Lo schema statico del
telaio, in assenza dei cavi di presollecitazione (3), è quello classico di Figura 3,
mentre, in presenza di presollecitazione, lo schema diviene quello di telaio a nodi rigidi
di Figura 4, purché nelle sezioni di interfaccia fra travi e colonne non si raggiunga lo
stato limite di decompressione. Allo scopo di valutare levoluzione dello stato
tensionale e deformativo della struttura di Figura 4, in accordo alle precisazioni svolte,
si pongono le seguenti ipotesi:
- non sussistano interazioni di tipo statico fra le azioni iperstatiche e la forza agente
nei cavi di presollecitazione;
- la variazione di tensione nei cavi di presollecitazione prodotta dai carichi esterni sia
trascurabile;
- il carico equivalente alla presollecitazione sia valutato prescindendo dallattrito
esistente tra cavo e guaina;
- il comportamento meccanico del calcestruzzo sia descrivibile mediante modelli
viscoelastici lineari e sia applicabile il principio di sovrapposizione di Mc Henry [04];
- la struttura possa considerarsi reologicamente omogenea.

Figura 3. Schema a nodi cerniera

Figura 4. Schema a nodi rigidi
Le ipotesi poste
permettono limmediata valutazione degli stati sollecitativi prodotti dalle azioni
statiche sia permanenti che variabili. Infatti la supposta omogeneità reologica della
struttura consente la applicazione dei teoremi della viscoelasticità lineare che, in
questo caso, assicurano la coincidenza degli stati sollecitativi ricercati con quelli
determinabili attraverso una analisi elastica della struttura. Per quanto riguarda gli
spostamenti, quelli prodotti dalle azioni aventi carattere permanente, supposte costanti
nel tempo, vengono incrementati in maniera affine ai corrispondenti di carattere elastico,
attraverso il fattore 1+j(t,t0), essendo j(t,t0)
il coefficiente di viscosità, t il tempo di misura degli spostamenti e t0 il
tempo di applicazione delle azioni. Gli spostamenti prodotti dalle azioni variabili sono
invece di tipo puramente elastico e la loro valutazione è da effettuarsi con riferimento
al valore raggiunto dal modulo elastico del materiale allistante di applicazione del
carico.

Figura 5. Tracciato dei cavi scorrevoli

Figura 6. Deformazioni sezionali
Per la valutazione degli
effetti associati alla presollecitazione e al ritiro, si consideri la Figura 5 e, detta Ni
la forza presente nel cavo al tempo t e Hi=Nicosa la sua componente orizzontale costante in assenza di attrito lungo
lascissa z, si indichino, come riportato in Figura 6, con ec0i,
es0i, eci, eci,
le deformazioni relative fra li-esimo cavo e la corrispondente fibra di calcestruzzo
esistenti al tempo iniziale t0 di applicazione della forza di presollecitazione
e al tempo t. Si indichi inoltre con esh(t) la deformazione di ritiro del
calcestruzzo. La congruenza fra il cavo e la fibra di calcestruzzo adiacente si scrive
eci + esi + esh
= ec0i + es0i (i = 1,
2,
, n)
(1)
essendo n il numero di cavi presenti nella sezione.
Assumendo per il calcestruzzo un comportamento visco-elastico lineare e per lacciaio
un comportamento elastico lineare, la (1) può scriversi nella seguente forma
(2)
essendo rispettivamente ed le matrici di flessibilità della sezione di calcestruzzo e del
complesso dei cavi di presollecitazione. Indicando rispettivamente con , i vettori delle componenti lungo lasse della trave delle
forze nei cavi conseguenti alla presollecitazione e al ritiro, e con il vettore iniziale delle componenti assiali delle forze di
presollecitazione, lapplicazione alla (2) della formulazione pseudo-elastica
raccomandata in [02], nella forma stabilita in [05], conduce a scrivere
(3)
(4)
(5)
(6)
(7)
(8)
avendo indicato con esh(t) il vettore a n righe avente le
componenti fra loro uguali e pari a esh(t) e con j, r rispettivamente i coefficienti di viscosita e rilassamento del
calcestruzzo.

Figura 7. Carico equivalente alla presollecitazione
Il momento flettente
generato dalle forze di presollecitazione vale pertanto
(9)
cosicché il carico equivalente alla presollecitazione delli-esimo cavo risulta
dallinsieme del carico distribuito qPi(z,t) e dalla forza concentrata QPi(zPi,t)
applicata allascissa zPi della sezione di ancoraggio del cavo e diretta
secondo la tangente al cavo stesso. Con riferimento alla Figura 7, per le azioni qP(z,t),
QP(t) totali si scrive
(10)
o anche, trasportando le forze QPi(zPi,t) nel baricentro G delle
sezioni trasversali, alla forza QP(t) totale possono sostituirsi le tre
componenti
(11)
E interessante notare che, allistante iniziale, la (10) fornisce le seguenti
espressioni per il carico equivalente
(12)
cosicché, essendo le costanti con z, i sistemi qP, QP variano nel tempo lungo
lascissa z in maniera non affine e le azioni iperstatiche dovute alla
presollecitazione presentano una variazione temporale dipendente dalla eccentricità e
dalla quantità darmatura presenti in ogni sezione della trave.
Riguardo al ritiro, si osservi che in ogni sezione della trave le forze agenti nel cavo
generano le seguenti componenti di sollecitazione nel calcestruzzo
(13)
cosicché lo stato di deformazione totale della sezione, rappresentato dalla deformazione
baricentrica e dalla curvatura, in accordo alla formulazione pseudo-elastica si scrivono
(14)
o anche, introdotta la matrice
(15)
per la (7) le (14) assumono la forma
(16)
con rg, h raggio giratore di inerzia e altezza della sezione. Lipotesi di
mancanza di interazione fra le azioni iperstatiche e le forze agenti nei cavi permette,
una volta determinati i carichi equivalenti alla presollecitazione mediante le (10) e le
deformazioni totali dovute al ritiro mediante le (16), di procedere alle analisi
strutturali da compiersi sulla struttura considerata reologicamente omogenea, alla quale
vengono applicati quali carichi esterni le azioni (10) e quali distorsioni impresse le
deformazioni totali (16). Prima di procedere alla analisi strutturale è interessante
osservare che alle (5)÷(8), (10), (16) può darsi una forma particolarmente suggestiva
introducendo la matrice di accoppiamento
(17)
e le relative matrici modale e spettrale .
Lapplicazione dei concetti dellalgebra lineare portano immediatamente a
scrivere per i vettori , le seguenti espressioni
(18)
essendo
(19)
cosicche le (10), (16), in virtu delle (3), (4), assumono la forma
 (20)

(21)
Le (20), (21), nel caso particolare di un solo cavo agente nella sezione, indicato con w11(z) lunico autovalore della matrice , che qui si riduce al suo unico termine D11(z)=w11(z), forniscono le piu semplici espressioni
(22)
(23)
ed e facile ricavare per w11(z),
c(z) le note espressioni, [06]
(24)
essendo .
E importante osservare che le (20), (22) risultano in genere funzioni alquanto
complesse della variabile z, cosicche nelle applicazioni pratiche risulta utile, per il
calcolo della funzione qp(z,t), esprimere le derivate secondo z mediante il
metodo delle differenze finite.
Gli effetti strutturali prodotti dalle azioni permanenti g, da quelle variabili q, dalla
presollecitazione e dal ritiro si valutano, come precedentemente indicato, applicando tali
azioni alla struttura considerata reologicamente omogenea. Questa ipotesi comporta
pertantolapplicabilità dei teoremi fondamentali della viscoelasticità lineare
[07]. Precisamente, indicando con (z,t) il vettore di sollecitazione in una generica sezione, avente
per componenti la forza assiale N(z,t), la forza di taglio V(z,t) ed il momento flettente
M(z,t), e con s(z,t) lo spostamento di un punto dellasse della struttura, avente
qualsivoglia direzione, alla luce di tali teoremi può stabilirsi quanto segue:
Azioni permanenti (g)
g(z)= g,e(z)
sg(z,t)=sg,e(z,t0)(1+j)
(25)
essendo g,e, sg,e lo stato di sollecitazione e lo
spostamento calcolati assumendo per la struttura un comportamento elastico lineare con
modulo Ec(t0) valutato allistante di applicazione del carico
g.
Azioni variabili (q)
q(z)= q,e(z)
sq(z,t)=sq,e(z,tq)
(26)
essendo q,e(z), sq,e(z,tq) lo stato di
sollecitazione e lo spostamento determinati in campo elastico lineare con modulo Ec(tq)
valutato allistante di applicazione del carico q.
Presollecitazione (P)
P(z,t)= P,e(z,t)
(27)
essendo P,e(z,t) lo stato di sollecitazione calcolato in campo
elastico, prodotto dal carico equivalente fornito dalle (20), sP,e(z,t), sP0,e(z,tP)
gli spostamenti valutati in campo elastico con modulo Ec(tP)
relativo allistante tP di applicazione della presollecitazione,
rispettivamente conseguenti alla applicazione dei carichi equivalenti qP(z,t),
QP(t) e qP(z,tP), QP(tP).
Ritiro (sh)
sh(z,t)= sh,e(z,t)/n
ssh(z,t)=ssh,e(z,t)
(28)
essendo sh,e(z,t), ssh,e(z,t) lo stato di
sollecitazione e lo spostamento totale, calcolati in campo elastico lineare con modulo Ec(tsh),
essendo tsh il tempo da cui si contano gli effetti del ritiro, associati alla
applicazione delle deformazioni impresse fornite dalle (21).
La applicazione delle (20), (21) e delle (25) ÷(27) consente di risolvere il problema in
maniera sufficientemente approssimata e in accordo alle indicazioni espresse in [03] e di
procedere alla misura della sicurezza nei confronti dello stato limite di decompressione
nelle sezioni critiche.
Nel prosieguo la formulazione ora discussa viene applicata ad un telaio prefabbricato
tipico della pratica corrente.
3. APPLICAZIONE AD UN CASO REALE
Viene studiato il telaio di Figura 8, i cui dettagli costruttivi sono illustrati in Figura
9. Le azioni applicate alla trave superiore (1) e a quella inferiore (2) valgono
g1 = 5.4 t/m
q1 = 1.6 t/m
g2 = 8.0 t/m
q2 = 3.0 t/m

Figura 8. Telaio profilo longitudinale

Figura 9. Sezioni trasversali
Al telaio sono inoltre
applicate le forze orizzontali F1=8 t, F2=10 t, rispettivamente
agenti in sommità e al piano intermedio. La tensione di tesatura spi
dei cavi di presollecitazione vale 13.5 t/cm2. Il comportamento reologico del
calcestruzzo è descritto in accordo al modello CEBMC90, per calcestruzzo con resistenza
caratteristica cilindrica fck=45 MPa. Gli spessori nozionali delle travi e
delle colonne risultano rispettivamente pari a 357.6 mm e a 272.7 mm, mentre i rapporti
geometrici di armatura per la trave superiore ed inferiore risultano rs1=3.53
e rs2=5.65. Essendo i cavi disposti nelle travi
affiancati con tracciati di identica forma di cui le parti laterali sono definite da
funzioni paraboliche e la parte centrale da funzioni cubiche, la tensione nei cavi risulta
la medesima ed è possibile rifarsi al cavo risultante, riducendo il problema, governato
dalle (20), (21), al caso monoassiale, definito dalle (22), (23).

Figura 10. Autovalore w11(z)

Figura 11. Confronto dei metodi esatto ed algebrico
Nella Figura 10 sono
riportati gli andamenti dellautovalore w11(z) per
le due travi. La variabilità con z, che appare ben evidente, dipende dalla variazione
delleccentricità del cavo ed è simile per le due travi, per le quali i tracciati
dei cavi hanno andamento definito da curve della stessa classe. Si osservano valori
inferiori di w11(z) nella trave superiore a causa del
minore quantitativo di armatura metallica in essa presente. Ne deriva che la riduzione
della forza di presollecitazione nella trave superiore operata dal rilassamento del
calcestruzzo risulta minore di quella che si manifesta nella trave inferiore.
Relativamente a questa trave, nella Figura 11 è mostrato, al tempo finale,
landamento del rapporto HP(z,t= )/HP0, valutato attraverso la (3) e la (6), oppure, in
forma esatta, risolvendo la (2) per esh=0. Nel primo caso si ha la soluzione
approssimata
(29)
mentre la soluzione esatta deriva dallespressione
(30)
ove R*(z,t= ,tP) rappresenta la Funzione di Rilassamento Ridotta
[08], soluzione della equazione integrale
(31)
Si osserva anche qui una sensibile variabilità con z della variazione nel tempo della
forza di presollecitazione, caratterizzata da un andamento opposto a quello
dellautovalore w11(z) poiché un incremento di
questultimo dà luogo ad un decremento della forza residua di presollecitazione al
tempo finale. La soluzione esatta mostra una variazione con z praticamente sovrapponibile
a quella approssimata e fornisce valori di forza di presollecitazione residua maggiori di
quelli previsti dalla soluzione approssimata. Nondimeno le due soluzioni non superano le
due unità percentuali, dimostrando lottimo livello di approssimazione del
procedimento proposto che opera inoltre a favore di sicurezza.

Figura 12. Carichi equivalenti alla presollecitazione a t=t0

Figura 13. Carichi equivalenti alla presollecitazione a t=t
La Figura 12 e la Figura
13 illustrano per le travi superiore ed inferiore la distribuzione dei sistemi dei carichi
equivalenti alla presollecitazione. Al tempo iniziale t0, lavere
trascurato la presenza dellattrito fa sì che, come si rileva dalla Figura 12, la
componente assiale HP0 della forza di presollecitazione si mantenga costante
con z ed il carico equivalente risulti proporzionale alla derivata seconda con z, cambiata
di segno, della funzione che definisce leccentricità del cavo. Poiché nei tratti
A-B il cavo ha forma parabolica e nel tratto B-B tale forma è invece definita da una
funzione cubica di z, allistante iniziale il cavo applica alla trave un carico di
sostentamento uniforme nei tratti A-B avente segno opposto ai carichi esterni, ed un
carico lineare nei tratti B-B dello stesso segno dei carichi esterni. A tempo finale
lapplicazione delle (22) dà luogo al sistema trasformato dei carichi equivalenti
mostrato in Figura 13. A causa della variazione delleccentricità del cavo, il
carico equivalente nella zona A-B cessa di essere uniforme e lo stesso accade nel tratto
B-B ove liniziale andamento lineare è sostituito da una distribuzione pressoché
uniforme. Si osserva inoltre una marcata riduzione del carico equivalente nelle zone di
ancoraggio esterno dei cavi di presollecitazione. Per quanto riguarda la riduzione delle
azioni concentrate agli estremi, questa non supera il 10÷11% e tale percentuale di
riduzione si osserva anche nei carichi equivalenti distribuiti allorché ci si riferisca
al confronto fra i valori medi assunti agli estremi degli intervalli A-B e B-B.

Figura 14. Diagrammi dei momenti flettenti nella trave inferiore

Figura 15. Diagrammi dei momenti flettenti nella trave superiore
Le sollecitazioni
flettenti nelle travi sono riportate in Figura 14, Figura 15. Allistante iniziale
sono presenti solo il carico permanente g e la presollecitazione rappresentata dal carico
equivalente associato ad HP0 ed il momento risultante è pressoché nullo in
corrispondenza della sezione di interfaccia con la colonna centrale. Al tempo finale sono
da aggiungere gli effetti del ritiro e quelli dei carichi variabili di cui sono riportati
i diagrammi inviluppo dei massimi e minimi momenti. Il momento di presollecitazione
associato al sistema di carico (qP(z,t), QP(t)) si riduce rispetto a
quello iniziale in maniera non affine a causa della differente distribuzione del carico
equivalente. Precisamente si osserva una riduzione del momento di presollecitazione
dellordine del 15% nella mezzeria delle campate, di circa il 30%, in corrispondenza
alla colonna centrale e di quasi il 20% in corrispondenza a quelle laterali.

Figura 16. Effetti del ritiro sul carico equivalente alla presollecitazione
Nella Figura 16 è
rappresentato, in termini di carico equivalente, leffetto del ritiro. Si osservi che
tale effetto genera carichi equivalenti di segno opposto a quelli associati alla
presollecitazione, cosicché il trascurarli conduce a risultati a sfavore di sicurezza.
Linfluenza del ritiro si mostra assai contenuta, come meglio si nota nella Figura
17, ove le corrispondenti sollecitazioni flessionali sono riportate singolarmente o
cumulate con quelle indotte dalla presollecitazione. Appare qui evidente la riduzione
operata dal ritiro sullo stato di sollecitazione indotto dalla pretensione dei cavi.

Figura 17. Momenti flettenti prodotti dalla presollecitazione

Figura 18. Diagramma dei momenti flettenti
I risultati delle
analisi flessionali sono infine riportati, per lintero telaio, nella Figura 18,
mentre la Figura 19 riassume, per le due travi, relativamente alle loro condizioni di
carico iniziale e finale cui si aggiungono i carichi variabili ed il ritiro, la misura
della sicurezza allo stato limite di decompressione. Nella figura sono infatti riportate
le eccentricità degli estremi di nocciolo superiore (ens) ed inferiore (eni),
aventi valore costante, e le eccentricità e(z,t)=M(z,t)/N(z,t) della forza assiale
applicata alle sezioni agli istanti iniziale e finale. Nel calcolo di N per la misura
della sicurezza si è introdotto leffetto dellattrito onde massimizzare
leccentricità e(z,t). I diagrammi iniziali e quelli inviluppo finali si riferiscono
alla luce netta delle travi, misurata al filo interno delle colonne, poiché in tali zone
è significativa la misura della sicurezza allo stato limite di decompressione. Essa, nel
modo rappresentato in Figura 19, acquista significato decisivo nelle sezioni di
interfaccia fra travi e colonne (linee a, b) ove non si possono ammettere sforzi di
trazione che condurrebbero alla parzializzazione della unione attraverso il distacco delle
superfici a contatto, mentre nelle sezioni di campata, a causa della monoliticità della
trave, possono accettarsi stati di trazione nel calcestruzzo, estendendo lintervallo
di eccentricità a quello relativo alle eccentricità dei punti limite, dipendenti dalla
tensione di trazione ammessa in esercizio. Nel caso in esame, relativamente alla trave
inferiore, ove le sollecitazioni sono maggiori, si osserva allistante iniziale il
pressoché totale sfruttamento della sezione di interfaccia laterale, lungo la linea (a),
mentre situazione analoga si manifesta nella sezione centrale, lungo la linea (b), al
tempo finale. A tale tempo, la situazione nella sezione laterale migliora leggermente,
cosicché la sezione che governa lo stato limite di decompressione appare quella centrale.
Riguardo la trave superiore, avente sezione identica a quella inferiore ma sollecitazioni
nettamente più ridotte, risulta più agevole soddisfare la misura della sicurezza che,
come chiaramente si osserva, è associata ai più ridotti valori della eccentricità della
forza normale.

Figura 19. Diagramma delle eccentricità
Lanalisi
deformativa delle travi è illustrata nella Figura 20 e nella Figura 21. Allistante
iniziale si osserva una leggera prevalenza della presollecitazione sul carico permanente,
con valori di spostamento non nulli in corrispondenza agli appoggi di estremità a causa
della deformabilità elastica di tipo assiale della colonna. Al tempo finale, in accordo
alla (25), gli spostamenti del carico permanente si incrementano in maniera affine del
fattore (1+j), mentre quelli dovuti alla presollecitazione non
presentano incremento affine a causa della variazione di forma che subisce nel tempo il
carico equivalente. Inoltre, la riduzione nel tempo che subisce la forza di
presollecitazione fa sì che gli incrementi deformativi dovuti a tale azione si mantengano
al di sotto del fattore amplificativo (1+.). Molto contenuti appaiono gli spostamenti,
esclusivamente di natura elastica, dovuti al carico variabile, valutati applicando la
seconda delle (26)

Figura 20. Spostamenti della trave inferiore
E significativo
infine osservare che la notevole rigidità flessionale della trave riduce fortemente gli
spostamenti trasversali ad essa associabili che, come può dedursi dai loro diagrammi
inviluppo al tempo finale, ottenibili da quelli a tratto pieno della Figura 20 e della
Figura 21 depurati dagli spostamenti verticali delle colonne, non superano i 3 mm. Assume
pertanto importanza decisiva, nella definizione degli spostamenti totali, riferiti alla
configurazione orizzontale indeformata, labbassamento delle colonne provocato dal
ritiro. Con riferimento alla trave superiore, tale abbassamento, trascurando gli effetti
iperstatici indotti dal ritiro, è ovviamente doppio rispetto alla trave inferiore, stante
la medesima altezza degli interpiani. Ne consegue, nella trave superiore, un maggiore
incremento degli spostamenti negativi dovuto al movimento delle sezioni di appoggio.

Figura 21. Spostamenti della trave superiore
Lefficienza della
configurazione a nodi rigidi del telaio studiato è ben evidenziata dai diagrammi di
spostamento trasversale delle colonne nei due casi di telaio a nodi rigidi e telaio a nodi
cerniera, riportato in Figura 22. Si osserva che lo spostamento massimo trasversale del
telaio a nodi rigidi è pari a circa il 36% di quello del telaio a nodi cerniera,
conseguenza della distribuzione verticale degli spostamenti laterali che appare connessa
ad una deformazione governata dalla forza di taglio rispetto a quella di mensola, propria
del telaio a nodi cerniera, associata ad una deformazione di tipo flessionale.

Figura 22. Spostamenti laterali delle colonne
Questo comportamento è
assai favorevole perché permette di ridurre lo spostamento relativo rigido di piano a
circa il 23% di quello proprio del telaio a nodi cerniera, passando da circa Dv/h=1/250 per il telaio a nodi cerniera a circa Dv/h=1/1100
per il telaio a nodi rigidi.
4. CONCLUSIONI
Lutilizzo dei cavi scorrevoli di presollecitazione si dimostra tecnica promettente
ed efficace per migliorare il regime statico e deformativo di telai prefabbricati. Infatti
la possibilità di assicurare la continuità meccanica nelle sezioni di interfaccia fra
travi e colonne limita fortemente lentità degli spostamenti trasversali dei telai
permettendo un dimensionamento più restrittivo delle colonne e consentendo di garantire
la stabilità laterale del complesso, anche in presenza di edifici multipiano, solo per
mezzo della capacità resistente alle azioni orizzontali che i telai, grazie a questa
tecnica costruttiva, possono acquisire. Risulta così possibile evitare di dovere
progettare elementi strutturali demandati ad assorbire le azioni orizzontali, come è
invece obbligatorio prevedere allorché si utilizzino telai con nodi a cerniera, che
sempre richiedono la presenza di adeguate strutture di controventatura. Peraltro, il
potere disporre di telai a nodi rigidi, permette di acquisire in fase progettuale
significative valenze migliorative, impiegando tali strutture in maniera sinergica con
altri elementi controventanti, soprattutto con lobiettivo di poter rendere più
efficiente la disposizione planimetrica delle strutture taglio-resistenti, riducendo il
più possibile le irregolarità strutturali che sono fortemente negative nei riguardi di
un corretto funzionamento del complesso. Poiché lefficacia del collegamento rigido
nelle sezioni di interfaccia è demandata alla presollecitazione ivi agente, una analisi
accurata della sua variazione temporale diviene obbligatoria. A questo proposito, tutte le
cause che possono portare ad una differente distribuzione degli effetti della
presollecitazione devono essere indagati con sufficiente accuratezza. In particolare la
variabilità lungo lasse della eccentricità dei cavi che genera una variazione non
affine della distribuzione del carico equivalente alla presollecitazione deve essere
oggetto di attenta disamina. Lindagine svolta ha mostrato che leffetto
connesso alla eccentricità variabile dei cavi può avere influenza significativa nella
verifica allo stato limite di decompressione nelle sezioni di interfaccia cosicché tale
effetto deve essere debitamente tenuto in conto attraverso formulazioni sufficientemente
approssimate e operanti a favore di sicurezza. La proposta discussa nel presente lavoro,
oltre alle due fondamentali prerogative di precisione e conservatività, presenta
linnegabile vantaggio di essere in sintonia con quanto proposto dagli attuali Codici
di misura della sicurezza e di richiedere analisi sezionali e strutturali basate su
algoritmi propri della meccanica elastica lineare, ben noti ai progettisti e facilmente
effettuabili ricorrendo direttamente a programmi di calcolo automatico di usuale utilizzo.
Il procedimento descritto, tipico della fase di esercizio, costituisce un primo basilare
approccio al problema, attualmente oggetto di sviluppo allinterno di un campo di
ricerca più vasto, orientato alla analisi di sistemi complessi quali telai fra loro
collaboranti o anche utilizzati in associazione con altri elementi controventanti.
Laltro aspetto fondamentale, associato alla valutazione della capacità portante
ultima dei telai assemblati e alla modellazione del comportamento delle sezioni di
interfaccia dopo che si è manifestata la loro parzializzazione, è anchesso
attualmente oggetto di indagine accurata per potere sfruttare pienamente le prerogative di
efficienza statica e di versatilità che queste tipologie strutturali possono garantire.
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[08] MOLA, F., The Reduced Relaxation Functions Method: an Innovative
Approach to Creep Analysis of non- Homogeneous Structures, Proc. of Int. Conf. on Concrete
and Structures, Hong Kong, 1993.
Contatti con gli autori:
Francesca Giussani: francesca.giussani@polimi.it
Stefano Knisel: stknisel@tin.it
Franco Mola: mola@stru.polimi.it |